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Posso sopportare il dolore, non la sofferenza

“Posso sopportare il dolore, non la sofferenza”,  articolo della rubrica  “Il Diario del Capitano”, ideata da Andrea Di Gregorio, Master Trainer PNL e Fondatore di PNL Evolution.

Posso sopportare il dolore, non la sofferenza
Se finisse tutto domani

“Bisogna pur sopportare qualche bruco se si vogliono conoscere le farfalle,
sembra che siano così belle”

Da “Il Piccolo Principe”
Antoine de Saint-Exupéry

Recita così la rosa al Piccolo Principe, amandola lui vorrebbe proteggerla, coprendola con una campana di vetro, ma così facendo le impedirebbe di conoscere la vita. Così chiede di lasciarla libera, di essere preda dei bruchi, ma anche libera di meravigliarsi per le cose che può apprendere.

Il dolore è ciò che si prova nell’immediato, il “colpo” fa male, ma il suo effetto è destinato a diminuire, per poi passare.
La sofferenza si manifesta invece quando si indugia nel dolore senza far niente per cambiare le cose.
Soffre chi non vuole guarire, soffre chi ha capito che così non va, ma continua a rimanere immobile di fronte al quotidiano che agisce come la tortura della goccia cinese.

Personalmente sono disposto a correre il rischio di scottarmi, pur di conoscere ciò che mi offre la vita, molti per questo motivo mettono persino a repentaglio la propria stessa esistenza.
È la sofferenza che si deve fuggire, perché è ciò che chiude le ali dell’anima, ciò che impedisce la conoscenza di se stessi.

Vi sono le sofferenze del quotidiano: quelle del lavoro che si svolge per la paura di perdere la sicurezza, della relazione che si sopporta per la paura di perdere quell’illusione di normalità, quella del vivere in ambiente malsano per la paura di essere troppo lontani dall’ospedale in caso di necessità. Milioni di persone soffrono quotidianamente non per qualche sventura, ma per propria libera scelta. Ogni tanto qualcuno osa dire basta, ebbene quello è il momento della rinascita, il momento in cui tutto torna ad essere possibile, in cui si torna ad amare se stessi, prima di ogni altra cosa.

I bambini sono più propensi a correre i pericoli perché non sono ancora sopraffatti dalla cattiva immaginazione dettata dalla mente. La buona notizia è che è possibile tornare un po’ bambini mantenendo la ragione dell’essere adulti e credo ne valga la pena.

Seneca diceva: “Le nostre paure sono molto più numerose dei pericoli
concreti che corriamo. Soffriamo molto di più per la nostra immaginazione
che per la realtà.”

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